La Villa

Nel 1316 la famiglia Fracanzan acquistò in Orgiano i terreni nucleo originale dell’attuale complesso.

Nei secoli successivi i Fracanzan parteciparono alla vita politica della zona e contribuirono alle bonifiche dei terreni circostanti secondo i grandi progetti della Repubblica Veneta.
All’inizio del 1700 diventata tra le più importanti famiglie di Vicenza, per consolidare la propria immagine, commissionò all’architetto luganese Francesco Muttoni il progetto della villa e del giardino.
La villa fu sede di un importante salotto letterario e a lungo vi soggiornò Elisabetta Turra Caminer (Venezia 1751 - Orgiano 1796), prima donna giornalista del tempo, nota per le sue idee illuministiche.
Il paese di Orgiano, inserito in una centuriazione romana, poi zona di insediamento longobardo, fu coinvolto in tutte le vicende storiche degli ultimi secoli. La villa fu occupata dalle truppe napoleoniche dopo la battaglia di Arcole, dai soldati austriaci nel 1866, dai comandi italiani durante la prima guerra mondiale e dalla Wehrmacht nel 1945.
Nel 1870 i beni dei Fracanzan furono rilevati dagli Orgian e passarono quindi per successione alla famiglia Piovene

L' architettura

All’inizio del 1700 la famiglia Fracanzan commissionò all’architetto luganese Francesco Muttoni il progetto della villa e del giardino.

L’architetto barocco influenzato dal Borromini, studiò Palladio e pubblicò un’importante opera “Architettura di Andrea Palladio vicentino” con tavole e osservazioni. Molte ville e palazzi vicentini dell’inizio del settecento portano la sua firma.
Quando Muttoni, fu chiamato dai Fracanzan a Orgiano per progettare la villa, si trovò a dover fondere parte dei vecchi edifici medioevali con le nuove costruzioni in un contesto ambientale particolare e vincolante.
La monumentale struttura barocca ideata da Muttoni, rara nel Veneto, è oggetto di studio per i numerosi elementi decorativi della tradizione palladiana. I progetti originali si trovano a Washington alla Library of Congress e in archivi privati italiani.

L'arredamento

Tutti gli interni della villa sono perfettamente arredati e testimoniano gli stili di vita dei secoli passati.

Al piano terra la villa è impostata attorno alla sala delle colonne su cui si affacciano la sala del biliardo, la sala del plebiscito con cimeli storici e la sala da pranzo con piatti e servizi d’epoca. La famosissima cucina, con raccolte di utensili e rami, è nota per il cinquecentesco acquaio in marmo rosso progettato dal veronese Farinati e che secondo la tradizione Napoleone voleva portare al Louvre.
Al primo piano il grande salone da ballo, la sala delle ceramiche, le camere da letto con i baldacchini, la camera napoleonica, i bagni e la grande vecchia stireria.